"L'esponente dell'arte non-figurativa
è un esponente della natura denaturata, della civiltà".(Piet
Mondrian)
Pieter Cornelis Mondriaan (1872–1944), olandese, che nel 1912 cambierà
il suo nome in Piet Mondrian , riceve un'educazione rigidamente
calvinista, nella tradizione del più rigoroso puritanesimo,
che lo segnerà profondamente (si iscrive persino alla
Società Teosofica Olandese della Blavatskij) sia nel
carattere che nel pensiero artistico: è infatti dal
suo rigore morale, dalla sua costante ricerca di ordine e
di purezza, che scaturirà la filosofia di De
Stijl, o Neoplasticismo, il movimento artistico fondato
con Theo Van Doesburg nel 1917, di impronta astrattista e
razionalista che influenzerà in modo determinante il
successivo sviluppo di tutto l'astrattismo moderno.
La formazione accademica di Mondrian ha radici nell'impressionismo
olandese, nella corrente simbolista di questa nazione, con
una certa tendenza al naturalismo, tanto che verso la fine
dell' '800 egli dipinge quadri a tema, paesaggi, ritratti,
nature morte, dove tuttavia è già latente l'intenzione
di estrarre un significato essenziale, fine al quale tenderà
tutta la sua speculazione. La sua opera seguirà sviluppi
imprevisti a seguito del suo incontro con l'ambiente parigino,
con il Divisionismo,
con i Fauves,
con il Cubismo analitico,
verso il quale Mondrian si sente particolarmente attratto
per la rottura dei limiti della forma e per la ricomposizione
in chiave razionale di elementi naturalistici altrimenti casuali
e non schematizzabili: la sua esigenza di ordine e di geometrica
precisione ha trovato un riferimento.
Da lì ha inizio il suo progressivo lavoro di semplificazione
della rappresentazione che lo spingerà a passare da
un simbolismo spinto degli anni '20, in cui viene ripetutamente
proposto il tema dellalbero, legame tra reale (terra)
e spirituale (spazio), sempre più stilizzato e depurato
dalle sue forme naturalistiche, alla realizzazione francamente
astratta di sistemi di griglie a righe nere che dividono la
superficie bidimensionale del quadro in scomparti piani riempiti
di colore primario puro (blu, giallo, rosso) e dei tre non-colori bianco,
nero, grigio, ricercando delicati equilibri asimmetrici puramente
geometrici, fondati sull'ortogonalità delle linee.
All'inseguimento continuo del perfezionamento di un linguaggio
puro, di spoglio minimalismo e di significato essenziale,
Mondrian, che continua a pubblicare scritti sul Neoplasticismo,
va a Parigi, dove aderisce la gruppo 'Cercle et Carré'
e nel 1931 a Abstraction-Création,
alla fine degli anni '30 soggiorna a Londra, infine nel
'40 si trasferisce a New York, dove si unisce al gruppo
degli American Abstract Artists.
In questa "Composizione", 1938-39, un olio su tela
montata su tavola, tela 105,2 x 102,3 cm, tavola 109,1 x 106
x 2,5 cm, del periodo londinese, la sintesi astrattiva della
forma è ormai giunta all'estremo, la composizione ha
la scarna austerità di un discorso disciplinato oltre
i limiti dell'umano, parla il linguaggio essenziale delle
verità universali per le quali non esiste chiave interpretativa,
"sono", e basta.
Pur trattandosi di un linguaggio strutturato e retto da
precise leggi e rapporti di proporzioni, esso possiede un
suo carattere pittorico e non matematico, esiste uno spazio
pittorico, esiste un ritmo delle campiture che si confrontano
continuamente con il limite della tela, messo in discussione
dalla asimmetria delle divisioni, esiste una modularità
non dimensionale ma concettuale: è un'idea di spazio
del tutto nuova e rivoluzionaria, che diverrà facilmente
estensibile ad altre discipline, prima di tutto all'architettura
neoplastica che scompone il volume delimitando lo spazio
in piani verticali e orizzontali, secondo chiari criteri
aggregativi.
Curiosamente, il più raffinato esempio di 'architettura neoplastica' ante litteram si trova in Giappone, nella Villa imperiale di Katsura, dove le nitide superfici della struttura si articolano secondo una griglia modulare che pare desunta da un quadro di Mondrian, ricca di significati simbolici, mossa da essenziali differenziazioni materiche.
E forse è proprio Mondrian a saldare il debito che la cultura dell'occidente ha nei confronti di quella orientale e giapponese in particolare.
L'astrazione per Mondrian è mezzo per raggiungere
ed esprimere una realtà morale superiore, il rigore
stilistico delle forme geometriche è il sentire interiore
di un uomo dall'animo cristallino che aspira alla purezza,
per il quale la pittura, prima che un'esigenza estetico-figurativa,
è esigenza spirituale: come il popolo olandese da cui
nasce, Mondrian vuole dominare la natura con il suo lavoro,
in questo caso sottilmente intellettuale, con ordine, chiarezza
mentale, organizzazione, armonia.
Ciò che ridimensiona parzialmente l'opera di Mondrian
è una certa ripetitività, che ne fa, alla fine,
un pittore vagamente noioso, ma egli stesso, in età
avanzata, saprà superarsi denunciando insospettate
possibilità di sviluppo del suo stile minimalista:
le sue ultime composizioni americane in cui egli sostituisce
le righe nere con fasce di piccoli quadrati e rettangoli di
colori brillanti, hanno una nuova complessità ed un
ritmo compositivo modulato e vivace con risultati di dinamismo
del tutto inediti.
E' la conclusione del percorso artistico, e della vita,
di Mondrian, l'ultima testimonianza di un ininterrotto processo
di approfondimento verso la scoperta di una armonia universale,
per lui coincidente con il concetto del "bello",
che annulli ogni distinzione tra coscienza individuale e
realtà esterna, che attui "un processo di
intensificazione, un'evoluzione dall'individuale verso l'universale,
dal soggettivo verso l'oggettivo, verso l'essenza delle
cose e di noi stessi".
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