Sulla linea comparativa
con l'arte primitiva e infantile, Prinzhorn traccia una ragionata
relazione tra attività artistica e componente schizofrenica della personalità di alcuni grandi artisti della modernità,
in particolare di una decina di grandi maestri schizofrenici,
tra i quali Van Gogh, Kubin, Ensor, Kokoschka, Nolde.
Anche se linizio del 900 assiste alla repressione
ed alla persecuzione nei confronti dellarte dei folli,
bollata come degenerata, che il nazismo metterà
al bando come i suoi artefici, lidea di valutare invece
senza pregiudizi l'espressione artistica che nasce dal disagio
e dalla sofferenza psichica è comune a molti artisti
del 900.
Infatti
Paul Klee, Kandinskij, Andrè Breton,
Max Ernst, Jean Dubuffet, gli espressionisti tedeschi di Der
Blaue Reiter, i surrealisti, la Compagnie de lart
brut, non hanno mai avuto esitazioni nel conferire alle
opere dei malati di mente il diritto di poter essere considerate
prodotti artistici, ma Prinzhorn è il primo che stila
uno studio esaustivo e scientifico, per quanto possibile,
su un numero statisticamente significativo di soggetti, mettendo
insieme una collezione di art des fous di circa 5000 pezzi realizzati da circa 450 autori, materiale che susciterà
l'interesse anche di Freud.
Nella sua indagine sul delicato confine tra arte e follia,
Prinzhorn scrive fra laltro: Ci troviamo di
fronte ad un fatto sorprendente: l'affinità tra il
sentimento del mondo schizofrenico e quello che si manifesta
nell'arte contemporanea può essere descritto con gli
stessi termini...se si osservano attentamente le forme d'
espressione del nostro tempo,si riscontra ovunque,nelle arti
plastiche come nei vari generi letterari, una serie di tendenze,
che troverebbero soddisfazione solo presso un vero schizofrenico(...).
Sentiamo ovunque un gusto istintivo per la particolarità
che conosciamo bene negli schizofrenici ...."
Il lavoro di Prinzhorn, che lui vivente non fu sufficientemente
apprezzato, varca in realtà i limiti sia della psichiatria
che dellestetica, legate lungo tutto il 900 da
un rapporto ambiguo e controverso, per addivenire ad un vero
e proprio rinnovamento dei metodi di approccio al disagio
psichico, ipotizzando che possa, secondo le sue teorie, essere
efficacemente curato dando libero sfogo allimpulso creativo
del malato, a tutti gli effetti considerabile artista, anche
se psicotico.
E questo il senso dellarteterapia,
dell'arte con finalità terapeutiche e riabilitative.
Prinzhorn è particolarmente interessato all'arte
espressionista, nella quale individua la tendenza al gioco,
l'elaborazione ornamentale e la capacità di strutturazione
ordinata dell'immagine e quindi una marcata espressività:
tuttavia si tratta di atteggiamenti che denunciano implicitamente
una apertura ed una ricerca di comunicazione con il mondo
esterno tali da introdurre una componente di contraddizione
nelle sue teorie, poiché la personalità schizofrenica
è significativamente diversa e sostanzialmente in-espressiva.
Prinzhorn è il primo ad ammetterlo, scrive infatti:Lo
schizofrenico è invece distaccato dallumanità
e per definizione non può ne vuole ristabilire il contatto
con essa
.. Percepiamo nei suoi quadri il totale isolamento
artistico
..
La differenza tra lopera di un artista sano
e di uno schizofrenico in realtà esiste, ed è
individuabile nel fatto che, a differenza del primo che con le sue opere vuole comunicare più o meno consapevolmente un messaggio, l'artista schizofrenico manifesta un sostanziale
rifiuto alla comunicazione, frutto di una totale impermeabilità
nei confronti del mondo esterno e crea senza scopo né
significato, in modo puramente ludico.
Eppure La schizofrenia è sicuramente uno
dei modi possibili di essere uomini, compatibile con la vita,
anche se richiede, in chi ne è affetto, lincredibile
forza di reinventare continuamente il reale per continuare
ad esistere in un mondo in cui tali persone percepiscono e
soffrono per limpossibilità di comprendere ed
essere compresi. Se capissimo la schizofrenia, capiremmo molto
di più anche su come siamo fatti noi uomini normali,
così come linterpretazione freudiana dei sogni
ci ha insegnato tanto di più su come sono gli uomini
da svegli: lo studio della schizofrenia può così
avere significato antropologico generale ( Balestrieri et
al., 1996 ). (dalla tesi di laurea di Maria Luisa
Borgioli, 2002/03, Università degli Studi di Firenze)
E quindi indubbio il valore degli studi di Prinzhorn
se non altro per il fatto che egli fu un vero pioniere nella
valutazione delle manifestazioni artistiche psicopatologiche
in grado di svelare per nuove vie i problemi degli alienati
per poterli affrontare, se non risolvere, da un punto di vista
assolutamente inedito, considerando la malattia come uno
dei modi possibili di essere uomini e, perché
no? artisti.
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