"Secondo me, l'elemento caratteristico dell'arte
contemporanea dal punto di vista sociologico è dato
dal fatto che essa divide il pubblico in due classi di persone:
quelli che capiscono e quelli che non capiscono
. Evidentemente
l'arte moderna non è fatta per chiunque
. Abituate
a predominare in ogni campo, le masse sentono che i loro 'diritti'
vengono minacciati dall'arte moderna
" ("La
disumanizzazione dell'arte", Josè Ortega y Gasset, 1925)
Questa frase mette in luce un problema che caratterizza abbastanza
significativamente l'arte moderna e che verte su una frequente,
spesso più apparente che reale, dicotomia tra arte
e politica, arte e società, linguaggio dell'arte e
linguaggio delle masse, determinatasi con la rottura dei precedenti
valori ottocenteschi, basati sulla sostanziale unità
spirituale e culturale dell'800.
Parlando di arte moderna, è d'obbligo chiedersi se
non ci si trovi davanti ad un prodotto di élite, destinato
ad un pubblico ristretto di intenditori o non si possa, invece,
individuare un itinerario percorribile da tutti, che aiuti
a capire le molteplici concatenazioni esistenti tra fenomeni
apparentemente molto diversi, in una realtà in turbinoso
cambiamento, anche in campi molto distanti da quello specificatamente
artistico e da quello che gli artisti del '900 hanno prodotto.
Proprio la crisi ideologica della fine '800, che è
anche crisi di fiducia nell'oggettività del reale,
è alla base delle opere di artisti particolarmente
sensibili a questo delicato trapasso di secolo, quali Vincent
Van Gogh, James Ensor, Edvard Munch, Paul Gauguin anticipatori
di quella larga corrente artistica espressionista che, seppure
in termini e con esiti diversi, sempre porrà l'uomo
al centro dei propri interessi.
Un altro punto importante che va tenuto di vista è
la sostanziale continuità del fenomeno artistico del
'900, in cui ogni movimento è legato agli altri o per
analogia o per contrasto, al di là di rigide e schematiche
suddivisioni, anche per una sostanziale situazione di osmosi
resa possibile dalla nascita dei grandi mezzi di comunicazione
e dal fatto che spesso grandi figure migrarono da un movimento
ad altri (emblematico il caso di Max Ernst, espressionista,
cubista ed infine tra i fondatori del Surrealismo, come pure Juan Mirò e Jean Arp) , producendo linguaggi nuovi
ed integrati non pensabili in passato.
Facendo un discorso ad ampio raggio, la nascita dell'arte
moderna si potrebbe collocare in concomitanza all'apparizione
dei grandi impressionisti, o addirittura cercarne i germi
nella pittura di Turner, geniale precursore dell'Impressionismo,
o anche fare altre ipotesi sulla base che, in qualche modo,
si possa definire caratteristica peculiare dell'arte moderna
l'abbandono della figurazione, e quindi l'istituzione dell'arte
anoggettiva, aniconica, astratta.
Tuttavia, per motivi puramente pratici di datazione, possiamo
convenzionalmente fissare la nascita dell'arte moderna, seguendo
la classificazione di Edward Lucie-Smith e molti altri, al
1905, data della prima apparizione pubblica degli artisti Fauves a Parigi, in occasione di una celebre mostra al Salon d'Automne.
Questo evento si colloca in un periodo storico, il primo '900, di crisi socio-culturale
in cui, mancando nuovi valori morali a cui fare riferimento,
gli intellettuali dell'epoca si introvertono su posizioni
sterilmente decadentiste o cercano sperimentalmente nuova
linfa creativa ispirandosi al Primitivismo, all'Arcaismo e
al Negrismo (in senso lato) per giungere poi a manifestazioni
più apertamente polemiche, di protesta e di aggressività,
in seguito organizzate nei movimenti della rivolta, le varie
correnti avanguardiste del '900.
E' inevitabile che un'analisi dell'arte moderna coinvolga
in modo più o meno diretto tutta l'arte del mondo occidentale
e non si possa quindi, in senso stretto, parlare separatamente
di arte riferita ad uno specifico ambito territoriale, dato
lo scambio culturale tra nazioni, artisti, correnti e movimenti
diversi e le conseguenti contaminazioni, anche se alcune manifestazioni,
come ad esempio l'Espressionismo in Germania e il Futurismo in Italia, hanno più di altre una connotazione nazionalistica.
La complessità della situazione culturale del periodo
storico in esame fa sì che nuove relazioni e quindi
contaminazioni si instaurino anche tra le varie forme espressive,
cosicché non è sempre corretto parlare di pittura
e di scultura separatamente né, in teoria, parlare
di arte visiva senza rapportarsi alle altre espressioni del pensiero umano (la musica, la poesia, la letteratura ecc.).
I movimenti che sono alla base della storia delle avanguardie
artistiche moderne sono fondamentalmente l'espressionismo,
il dadaismo, il surrealismo,
il cubismo, il futurismo,
l'astrattismo, per
citare i principali.
Altri movimenti del dopoguerra, che sostanzialmente ne derivano, pop
art, op art,
espressionismo astratto,
minimal art, body
art, concettualismo,
iperrealismo, neo-espressionismo,
post-moderno ecc.
sono espressioni di situazioni
emergenti della società che l'arte riflette assecondandole
o avversandole, testimonianze della creatività umana
e della sua inesauribile vitalità.
Si tratta di una frammentazione talvolta più formale
che reale dettata anche dalla ridotta prospettiva storica
dalla quale analizziamo oggi l'arte moderna, e soprattutto quella
contemporanea, in realtà leggibile come un'avventura
intellettuale e creativa senza soluzione di continuità che accompagna la vita dell'uomo, dalle Grotte di Lascaux ad oggi.
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